E' andata in scena a Roma, di fronte l'ambasciata spagnola, la protesta simbolica dei militanti di Lotta Studentesca, per manifestare con uno striscione la vicinanza a Pedro Varela, vittima dell'inquisizione democratica.
La vicenda è quella Pedro Varela Geiss, editore spagnolo giudicato e arrestato per ‘‘incitamento all’odio raziale’’ e ‘‘negazionismo dell’olocausto’’, e perciò condannato a 2 anni e nove mesi di carcere. La colpa? Aver pubblicato dei libri. Libri non suoi, libri storici, libri di idee, certamente non conformi e non allineati con il pensiero unico oggi dominante.
Questa tendenza alla censura, già vista in altri paesi nei confronti di autori Irving e altri, si è ravvisata recentemente anche in Italia, dove qualche mese è stata proposta una legge che penalizzi la pubblicazione di libri che discutano, approfondiscano ed analizzino la vicende della seconda guerra mondiale discostandosi dalla versione ufficiale.
Espriamo tutta la solidarietà a Varela, nella speranza che il Tribunale costituzionale lo scagioni definitivamente da un'accusa che viola palesemente la libertà di pensiero e di opinione tanto sbandierata dai cosiddetti democratici.
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