martedì 15 giugno 2010

Francesco Cecchin


Mercoledi 16 Giugno ore 18:30 PRESENTE per Francesco Cecchin
LUI VIVE LUI COMBATTE

“Siamo nel maggio del 1979 e la tensione nella zona
di Roma Est è piuttosto alta a causa delle continue provocazioni perpetrate da
aderenti al P.C.I. del quartiere ai danni di militanti del Fronte della Gioventù
e delle loro sezioni. Ai primi del mese viene compiuto da questi "attivisti"
comunisti un attentato incendiario contro la sede del M.S.I.-F.d.G. di viale
Somalia 5 che viene seguito, nei giorni successivi, da numerose azioni di
disturbo della normale attività del "Fronte" condite con minacce varie ed
atteggiamenti aggressivi. In tutti questi episodi viene notata la presenza di
un'automobile Fiat 850 bianca che risulterà poi fondamentale nel seguito della
vicenda.
La sera del 28 maggio, intorno alle ore 20, quattro ragazzi del F.d.G., tra cui
Francesco Cecchin, si recano in piazza Vescovio per affiggere manifesti, ma
vengono subito notati da un gruppo di militanti della sezione comunista di via
Monterotondo, che danno inizio alla sistematica copertura di tali manifesti; un
giovane cerca di impedire il proseguimento dell'azione provocatoria, ma viene
circondato da una ventina di attivisti del PCI, capeggiati da Sante Moretti che,
dopo aver allontanato in modo spiccio un agente di P.S. in borghese chiamato
ad intervenire, si rivolge ai ragazzi del Fronte con affermazioni del tono: "...vi
abbiamo fatto chiudere via Migiurtinia, vi faremo chiudere anche viale
Somalia..."; alla fine, volgendosi verso Francesco Cecchin, lo apostrofa così:
"TU STAI ATTENTO, CHE SE POI MI INCAZZO TI POTRESTI FARE
MALE!".
La stessa sera, intorno alla mezzanotte, Francesco
Cecchin scende di casa insieme alla sorella per una passeggiata fino a via
Montebuono, dove un suo amico lavora in un ristorante; verso le 24:15, mentre i due ragazzi sono fermi davanti all'edicola di piazza Vescovio, spunta una Fiat
850 bianca che compie una brusca frenata davanti a loro; dall'auto scende un
uomo che urla all'indirizzo di Francesco: "... E' lui, è lui, prendetelo!".
Intuendo il pericolo e, probabilmente, riconoscendo l'aggressore, Francesco fa
allontanare la sorella e corre in direzione di via Montebuono, inseguito dagli
occupanti della macchina, che nel frattempo il suo guidatore sposta fino
all'imboccatura della stessa via Montebuono. La sorella, intanto, si getta
vanamente al loro inseguimento, urlando: "Francesco, Francesco!"; le sue grida
vengono udite da un giovane che, sceso in strada, nota un uomo darsi alla fuga
verso via Monterotondo e qui salire sulla Fiat 850 bianca che si allontana
velocemente. Dopo aver telefonato alla Polizia, il giovane viene raggiunto da un
inquilino dello stabile di via Montebuono 5 che lo informa della presenza, sul
suo terrazzo sottostante di cinque metri il piano stradale, di un ragazzo che
giace esanime al suolo; il giovane, giunto sul posto, riconosce in quel ragazzo
il suo amico Francesco Cecchin. Il corpo è in posizione supina ad una distanza
di circa un metro e mezzo dalla base del muro; perde sangue da una tempia e dal naso e stringe ancora nella mano sinistra un mazzo di chiavi, di cui una che
spunta dalle dita è storta, e in quella destra un pacchetto di
sigarette....
ancora nessuna giustizia, ancora nessun colpevole! ma noi non dimentichiamo

Nessun commento:

Posta un commento